Tag: brand awareness

Le gif dei brand invadono le Instagram Stories

Le gif dei brand invadono le Instagram Stories

In questi giorni invece di immergersi nella calura estiva sul bagnasciuga, in cima all’agenda setting e sui blog e sui social c’è un gran bel chiacchiericcio e dispiegamento di pareri, opinioni e quesiti che invadono il mare magnum della rete,  riguardante il nuovo test che è partito su Instagram.

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I video virali di Natale: lo storytelling delle emozioni

I video virali di Natale: lo storytelling delle emozioni

Quali sono i video virali più condivisi sui social in queste festività natalizie?

Oggi ripercorreremo alcuni video che impazzano sul web che ho analizzato per la mia consolidata rubrica social #VideoFocus, in cui a far da padrone è il racconto coinvolgente e dalla forte carica emozionale che fa vibrare le più intime corde dell’animo umano, di cui ho aperto un sondaggio sul canale Telegram GioDiT per capire il gradimento dei miei follower, e scopriremo nuovi video che hanno colpito gli internauti.

Pronto per un viaggio visivo esaltante ed emozionante che scalda l’anima e fa sciogliere il cuore?

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I nuovi trend dell’Influencer Marketing: micro-influencer & virtual influencer

I nuovi trend dell’Influencer Marketing: micro-influencer & virtual influencer

La famosa piattaforma di social media monitoring Talkwalker, per il secondo anno consecutivo mi ha chiesto di prendere parte alla stesura dei trend 2019 in ambito social e digital, insieme a tanti big del settore.

Se tra i trend 2018 mi ero soffermata sulla Realtà Aumentata o Augmented Reality nelle strategie di social media marketing dei brand, per i trend del prossimo anno mi sono focalizzata sui Virtual Influencer.

Giovanna Di Troia per Talkwalker_ social media trend 2019_GioDiT

Dalle numerose domande che mi sono state fatte in privato, nasce questo blog post in cui mi soffermerò a chiarire i concetti di influencer, Influencer Marketing, digital PR e sulle due tendenze che si affermeranno in questo ambito: i micro e nano influencer ed i virtual influencer.

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Perché un’azienda o una start up dovrebbe essere sui social?

Perché un’azienda o una start up dovrebbe essere sui social?

Nel ventunesimo secolo ci sono ancora aziende che sono riluttanti ad aprire un blog o una pagina Facebook o un profilo su Instagram, arroccate nelle loro tradizionali e quasi “preistoriche”, posizioni ed idee (come il prof. Ernesto/ Marco Giallini del film Beata Ignoranza). Sono restie ad aprirsi all’innovazione, al digitale e all’era dei mercati conversazionali in cui impera la condivisione sui social.

Sul perché aprire un corporate blog e quali siano i vantaggi del blogging, in particolare per start up, ma le stesse considerazioni valgono anche per le aziende, mi sono soffermata in queste slides che ho condiviso su LinkedIn e che sono andata ad approfondire in questo mio blog post. Mentre per scoprire come creare un blog aziendale di successo, giungi fino alla fine di quest’altro mio blog post..le cose preziose si fanno attendere 😉

Mi piace essere sempre concreta e partire da case study per giungere alla teoria e a linea guide.

Ecco una serie di dati, infografiche e motivazioni che potrebbero far voltare pagina alla tua azienda una volta per tutte, senza alcun pentimento o rimorso.

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BrandOrbi: come diventare brand influencer con la sharing economy

BrandOrbi: come diventare brand influencer con la sharing economy

Nel nostro appuntamento di lunedi mi sono soffermata sul cambiamento del rapporto tra azienda e persone e sull’affermazione dei prosumer e sull’ascesa della sharing economy. Ed oggi vado ad analizzare una piattaforma che non solo mette sullo stesso piano azienda e consumatore, ma che addirittura porta il brand nella tua casa, sul divano del tuo salotto per fa festa con te e tuoi amici.
Ma chi non ha mai sognato di organizzare un party o una serata coi propri amici fidati ed essere anche pagato? Tutto questo è reso possibile dalla start up che abbraccia la sharing economy e capovolge i tradizionali modelli di business, inaugurando il C2B (consumer to business): BrandOrbi.

BrandOrbi ti dà la possibilità di scegliere brand affini alle tue passioni e di organizzare un party esclusivo nella tua casa, trasformandoti in un vero brand influencer.

Ma come funziona?

Basta iscriversi sulla piattaforma come “Host”, i privati pronti ad organizzare per i brand l’evento, presentandosi e specificando le proprie passioni e la location che si mette a disposizione sia essa un salotto, un giardino o un terrazzo.

Poi si riceveranno una o più proposte da brand affini, tra quelli presenti sulla piattaforma ed aderenti al programma, e si può decidere con quale collaborare, divenendo così da un lato un event manager empatico ed attento ai particolari, organizzando un evento semplice ma da ricordare nel proprio salotto di casa, sul proprio divano, o nell’ampio e curato giardino, invitando gli amici di sempre, ma anche conoscenti e parenti eventualmente, e dall’altro un vero padrone di casa che li accoglierà con calore e con i dovuti onori di casa. E si deciderà in prima persona il prezzo, valutandolo in base alle caratteristiche della location e del proprio grado di influenza sociale. Sul pagamento finale però verrà trattenuta una commissione per il servizio offerto da BrandOrbi.

Sono previste quattro tipologie di eventi, la cui “taglia” va ad influire anche sul prezzo del pagamento. Nel primo caso un incontro “one to one”, quasi privato che coinvolge solo dai 5 agli 8 amici potenzialmente interessati a scoprire il brand. La formula “small meeting” prevede invece un gruppo dalle 9 alle 15 persone , una sorta di aperitivo. Se invece si passa dai 16 ai 25 amici, già si può essere in presenza di un “little or big party”. L’ospite d’onore sarà sempre il brand e su di esso sarà focalizzata l’attenzione.

L’azienda da canto suo si registra anch’essa alla piattaforma e indica le sue preferenze e il numero di partecipanti che desidera in base alle formule previste. E potrà visionare i profili “Host”, a cui poi verserà la quota prevista da questi ultimi, ma i pagamenti avverranno sempre tramite la piattaforma. Durante la richiesta di prenotazione si può specificare se si vuole anche vendere i propri prodotti durante l’evento.

Il Curriculum di BrandOrbi

Ieri 26 ottobre, a Milano, la start up Brandorbi è stata presentata al Tavolo Giovani di Camera di Commercio Milano, sul tema Innovazione Sociale.

Il primo evento organizzato da Brandorbi è stato a casa di un food addicted dove Lorenzo Vinci ha presentato ad un piccolo gruppo di amici del padrone di casa alcuni prodotti alimentari di qualità di aziende artigianali o piccole realtà agricole, offerti sul suo omonimo sito web.

Il 25 maggio scorso, invece, presso l’abitazione di un host appassionato di cinema è stato presentato il film “Calcolo Infinitesimale” con i registi Enzo Papetti e Roberto Minini Merot, e impersonato da Stefania Rocca e Luca Lionello.

BrandOrbi è stata anche selezionata per il Pioneers Festival, considerata tra le 500 start up più promettenti di Europa. Il Pioneers Festival, uno dei principali eventi europei dedicato alle tecnologie future e all’imprenditoria innovativa, si è svolto il 24 e 25 maggio 2016 a Vienna.

La community di BrandOrbi

La versione beta presenta già una community di circa mille persone e ci sarà a breve il lancio ufficiale. Nel frattempo si ha la possibilità di iscriversi già come “Host” o “Brand” per avere “i primi posti”, così che l’azienda sceglie in termini di visibilità, non in base all’ordine, ma al miglior profilo di brand influencer. Invece, dal lato Host, sarà un algoritmo a gestire l’ordine di visibilità, in base ad ordine di iscrizione, qualità del profilo ecc.

Conclusioni

Passioni, fiducia, ospitalità, passaparola, brand awareness: i cinque pilastri su cui si fonda BrandOrbi che mette in contatto l’azienda con persone potenzialmente interessate ai propri prodotti, facendole incontrare in un ambiente piuttosto familiare, e permettendo di guadagnare qualcosa al padrone di casa che svolge il doppio ruolo di event manger e brand influencer.

La fiducia, l’ospitalità, la condivisione, il consumo collaborativo sono tipici della sharing economy, che come sostiene anche Gloria Vanni nel suo articolo, è un’economia che in Italia vale oggi 3,5 miliardi di euro, pari allo 0,2% del Pil.