In questi giorni invece di immergersi nella calura estiva sul bagnasciuga, in cima all’agenda setting e sui blog e sui social c’è un gran bel chiacchiericcio e dispiegamento di pareri, opinioni e quesiti che invadono il mare magnum della rete, riguardante il nuovo test che è partito su Instagram.
Il social fotografico viene snaturato e certo non “protegge” dalla vanità dei like in quanto le persone con profilo privato o comunque aperto a tutti e sia gli account business con un ridotto numero di follower, tranquillamente possono visualizzare il numero totale di cuoricini sotto ogni foto, mentre ad essere penalizzati sono i cosiddetti “influncer” che non possono vedere il numero totale di like (a meno che non si abbia la versione business) né propri né altrui come invece accade per le persone con un numero discreto o più basso di follower.
La logica che porta a questi test, iniziati in Canada e poi estesi in Italia, Irlanda, Giappone, Brasile, Australia, è sempre solo uno, per dirla alla Mahmood “Soldi Soldi Soldi”, è una mera questione economica e l’obiettivo di Instagram è il business ed aumentare i ricavi e gli introiti, facendo convergere il denaro in promozione e advertising sulla piattaforma, cercando di frenare le aziende nel rivolgersi a terze persone: gli influencer.
Ma quest’oggi andreamo a scoprire una nuova modalità di marketing e promozione adottata dai brand per coinvolgere gli igers e far conoscere il proprio marchio rendendolo “memorabile” e vicino agli utenti.
I numeri di Instagram
Secondo la settima edizione della celebre infografica “Data Never Sleeps”, in 60 secondi su Instagram sono postate 55.140 foto.
Secondo i dati aggiornati a luglio 2019 del celebre report targato Hootsuite e We are Social, il numero totale degli utenti attivi sui social media è 3.534 miliardi, mentre il numero di utenti unici da mobile è 5.117 miliardi con una connessione mobile del 102 % del totale della popolazione. E su Instagram il numero delle persone che possono essere raggiunte dalla pubblicità sono 849,3 milioni e si è registrato un +5,9% nella reach dell’advertising e l’Italia si posiziona al decimo posto nella classifica dell’audience di Instagram per quanto riguarda l’advertising, con 19 milioni di reach e si attesta sul 36%.
I brand & le Instagram Stories: nuove modalità di product placement
In questo panorama mediale si colloca una nuova strategia intrapresa dalle aziende che hanno iniziato ad investire nelle Instagram Stories, puntando ad una innovativa campagna di marketing, sfruttando i contenuti brevi che tanto piacciono al pubblico.
Se in passato si puntava al product placement, ovvero all’inserimento di prodotti a fini commerciali, in serie tv di successo o in prima serata e in scene di film e colossal, oltre che in show e spettacoli televisivi, ora il prodotto dei brand predilige canali diversi da quelli già testati ed utilizzati ampliamente. Il prodotto non è più ripreso in primo piano accanto al protagonista nè è argomento di discussione, ma diviene animazione, divertimento, contenuto originale: gif.
Cosa sono le Gif?
Le Gif, sono una forma di comunicazione immediata, empatica, simpatiche ed i brand hanno saputo cogliere a pieno le loro potenzialità e di utilizzarle a loro vantaggio, creando gif tematiche e soprattutto brandizzate.
Le Gif, acronimo di Graphics Interchange Format, sono state ideate nel 1987 da un programmatore americano Steve Wilhite della società Compuserve, con l’obiettivo di creare un formato leggero ed univoco per tutti i computer. E con l’arrivo del World Wide Web iniziarono a diffondersi, ma il vero boom si ebbe nel 1995. Celeberrimo il bambino col pannolino che balla ed anche i brand iniziarono a farne uso come nel caso di 7Up.
Sono tornate in auge con l’ascesa dei social media e delle app di messaggistica dove se ne fa un dilagante utilizzo. La piattaforma che è divenuta la punta di diamante delle gif è Giphy, fondata da Alex Chung e Jace Cooke nel 2013, permette anche di poterle creare da sé dando spazio alla propria creatività, ma è incalzata dal suo principale concorrente, Tenor creato da Whitechapel Bell Foundry e lanciato nel 2014.
Ed attualmente stanno vivendo una nuova primavera non solo nella messaggistica e nelle chat private e di gruppo, ma anche nelle Stories di Instagram con l’investimento di gif personalizzate da parte dei brand per aumentarne la riconoscibilità (brand awareness), “ingaggiando”, intrattenendo e deliziando gli igers.
Ma quali i brand che hanno investito in questa nuova modalità di marketing e comunicazione?
I brand che puntano sulle gif nelle Stories di Instagram
SanBittèr ha creato e lanciato gif animate per personalizzare le Instagram Stories, dello stesso colore dell’aperitivo analcolico: le inconfondibili bottigliette con la bevanda rossa brindano tra loro, altre presentano la scritta “It’s Friday”, “Weekend” , “Swipe up”, un punto interrogativo con un rosso tappo e la caratteristica stella bianca, o un “termometro” col tappo con la stella bianca che spicca sul rosso acceso.
Per accompagnare l’aperitivo ci vuole qualcosa di salato, qualche patatina ed infatti l’azienda milanese di snack, San Carlo, in versione vacanziera, propone un aereo che lancia le croccanti patatine, un trolley-sacchetto/busta, e patatine trasformate in emoji che richiama il loro colore dorato. E non può mancare “Sciogliti” per quelle al formaggio.
Anche Mac Donald’s cade nella tentazione e si fa “catturare” dalle maglie della rete con coloratissime gif che ripropongono il logo, i colori del marchio, i prodotti e tanti divertenti copy.
I concept store targati Starbucks, catena statunitense che vuole far assaporare con tutti i sensi l’aroma ed il gusto del caffè, propone gif con le bevande col classico bicchierone, altri prodotti, animazioni divertenti e diverse scritte ed il logo.
Oreo tinge di black and white le sue gif ma sposa anche la causa “arcobaleno”.
Mentre Fanta e Coca-Cola si sbizzarriscono e propongono gif a pioggia… sarà per rinfrescare questa torrida estate 2019?
Non può mancare Ceres, sempre attiva e rivoluzionaria sui social media, che gioca sui colori del suo marchio.
Anche il prosecco Maschio ed i brand meno conosciuti a livello globale, rispetto ai precedenti come Salumi Pasini, Pizzeria dei Mille, Fratelli Candela Braceria puntano a gif brandizzate.
I settori di appartenenza sono i più disparati. Non manca neanche il beauty come ad esempio Clio Make up, e la maison francese Yves Saint Laurent con gif che vanno dall’iconico logo ai rossetti, agli smalti in nuance in voga all’inebriante profumo.
L’azienda americana Tiffany, resa immortale da Truman Capote che nel suo romanzo “Colazione da Tiffany”, la protagonista reputa la gioielleria “il miglior posto del mondo, in cui non può accadere niente di brutto”, da cui è stato tratto il film omonimo del 1961, con la diva intramontabile Audrey Hepburn, celebra il suo packaging di colore verde acqua. Tra solitari brillanti dall’imponente pietra, cuori, scritte che variano sul fatidico “si”, cuori, baci, pacchetti regali, le gif fanno venire voglia di volare direttamente a New York nel negozio originale.
Ed anche Disney Pixar è presente coi personaggi dei film d’animazione come Coco, e Toy Story col suo sceriffo Woody, e tutti i loro personaggi secondari.
Queste gif diventeranno famose come quella in cui Leonardo Di Caprio ci invita al brindisi con la sua coppa di Champagne o il gettonato “No Maria, io esco” che è divenuto un vero “marchio di fabbrica”, rendendo celebre Tina Cipollari, l’opinionista della trasmissione televisiva Uomini e Donne quando è in palese disaccordo con “tronisti” e corteggiatori? Ai posteri l’ardua sentenza.
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