Mascherine fashion e per gli aperitivi con il brand made in Napoli Le Zirre [Intervista]

Mascherine fashion e per gli aperitivi con il brand made in Napoli Le Zirre [Intervista]

Oggi per la rubrica #RipartiAMoItalia facciamo tappa nella solare, creativa ed ingegnosa Napoli, precisamente nelle vie dello shopping e nella zona della movida dove pullulano locali e cocktail bar, per una storia di amore, passione, artigianalità, ecosostenibilità e solidarietà.

Dopo le mascherine “spaziali” di Gorgonzola, quest’oggi ci soffermeremo su un altro punto di vista femminile, un’altra donna forte e decisa che insieme ai suoi figli, ha fatto della sua passione per i tessuti ed i colori un lavoro, da condividere con la famiglia e gli amici quadrupedi e bipedi, facendo sempre battere all’unisono creatività e cuore.

Scopriremo come essere fashion questa estate e come fare gli aperitivi, continuando ad indossare la mascherina per essere protetti ed evitare contagi ma con glamour, rispecchiando il proprio inconfondibile stile. Scopriremo la storia di “Ferruccio”, la mascherina per gli aperitivi realizzata con interno in TNT (tessuto non tessuto) che ha un buco con occhiello, ricoperto con un pezzo di stoffa, per bere il drink con la cannuccia senza togliere la mascherina ed non avere così neanche il problema di dove poggiarla, evitando che l’aperitivo si trasformi in un incubo.

Ed andremo alla caccia di mascherine originali, colorate, allegre, mimetiche e personalizzate in tessuto totalmente in cotone ed ecosostenibili, lavabili, traspiranti ed anallergiche con le proprie iniziali, con pochette coordinate, apprezzate ed utilizzate anche dalla conduttrice televisiva Veronica Maya e dai suoi figli, che sono state realizzate a mano da “Le Zirre”, il brand partenopeo del “lusso accessibile” che realizza prodotti artigiani ed ecosostenibili made in Italy.

Il brand è stato in prima linea durante il lockdown e ha lanciato una campana di crowdfunding a sostegno dell’Ospedale Cotugno di Napoli e una charity per donare mascherine agli operatori dei servizi di pubblica utilità.

Scopriamone di più su Ferruccio e sulle mascherine fashion, accessori da sfoggiare questa estate in piena libertà e sicurezza con l’intervista a Paola Greco, la creativa de Le Zirre Napoli.

Come nasce l’idea di “Ferruccio”, la mascherina per l’aperitivo?

Abbiamo uno dei nostri negozi a via Bisignano, nella zona della movida di Napoli, leggendo le critiche che venivano mosse perché i ragazzi quando si incontravano non indossano le mascherine, abbiamo pensato di realizzare Ferruccio. Prima abbiamo pensato di fare una fessura poi abbiamo pensato di adattarla ad un solo tipo di bevuta gin, frizz, mojito e ad altri tipi di aperitivi con la cannuccia, o adattarsi e prendere anche un prosecco in cannuccia pur di non togliere la mascherina. È una provocazione al periodo che stiamo vivendo per sottolineare che occorre indossare la mascherina per evitare il diffondersi del contagio anche nei momenti gioviali e conviviali. Non pensavamo di avere tutta questa risonanza che abbiamo poi avuto, forse perché siamo stati tra i primi a pensarlo.

Ferruccio la mascherina per aperitivo made in Napoli

Perché è stato scelto questo nome?

Ferruccio è il nome di un amico di famiglia che ci ha suggerito di  ideare una mascherina per aperitivi.

Quali sono le sue caratteristiche?

Ha l’interno in TNT, un foro con un rivetto satinato in acciaio dorato in cui si può inserire la cannuccia e ha un coperchietto realizzato in tessuto e se non lo utilizzi lo chiudi ed è più riparato. Non ha la performance di una normale mascherina, avendo uno sportellino che filtra l’aria ma sappiano che il virus si trasmette attraverso le goccioline e lì da quel buco non possono passare. Sottolineo ancora una volta che Ferruccio è una provocazione, un modo allegro per sottolineare che la mascherina deve essere indossata.

Ferruccio la mascherina per gli aperitivi

Qual è la storia del brand? E come è cambiata l’impresa con l’emergenza epidemiologica?

Il brand nasce sei anni fa da un’idea comune, avevamo dei tessuti accantonati e insieme ai miei figli abbiamo pensato di realizzare delle borse. È nata da un amore per i tessuti, per i colori, per l’ecosostenibilità, per il rispetto per la natura e gli animali. Le Zirre sono esclusivamente in tessuto, non utilizziamo materiali di origine animale, non usiamo né pelli né materiali tinti, e prediligiamo quelli naturali e quelli plastici li utilizziamo per gli interni delle borse mare. L’idea all’inizio era di fare una piccola produzione a livello locale poi insieme alle borse in tessuto si sono unite le paint: sono borse dipinte a mano su tela d’artista, il padre dei ragazzi è un artista, e con la segnalazione su Vogue Accessori è nato l’interesse nazionale verso queste borse che sottolineavano la napoletaneità nei simboli, nei colori, il fatto a mano, utilizziamo solo materiali made in Napoli e non di importazione. Cerchiamo di rispettare il cliente fornendo un certificato di garanzia che permette la tracciabilità totale del prodotto.

brand made in Napoli mascherine lusso accessibile

Le Zirre sono un atto d’amore, l’impresa è nata per l’amore dei tessuti e per fare qualcosa insieme ai ragazzi che hanno una loro attività extra, applicando la nostra filosofia di vita, ad esempio i nomi delle borse hanno i nomi delle persone a noi vicine, degli animali di casa. L’ultima collezione si chiama “Le Zirre in Love” perché è un’esplosione di colori, di gioia, di collaborazioni e contaminazioni.

La società è dei ragazzi, Eleonora e Pierluigi Frezza che sono i miei figli. Eleonora si occupa della parte amministrativa. Pierluigi si occupa invece della parte commerciale, dei rapporti con i fornitori e rivenditori, il reperimento dei tessuti e dei laboratori. Ed io mi occupo della parte creativa e dei rapporti con la stampa.

Le Zirre Napoli: Paola Greco, Eleonora e Pierluigi Frezza

Ha effettuato diverse azioni di solidarietà… il crowdfunding è davvero utile in questo periodo?

Inizialmente il crowdfunding l’abbiamo fatto sulle borse, un’azione fatta col cuore per fare del bene, una piccola somma sulle vendite dal sito per il Cotugno. Oltre questa charity c’è stata quella delle mascherine che ci ha coinvolto maggiormente. Vivendo questo dramma del Covid-19 e la penuria di mascherine che c’era a fine marzo ed inizio aprile, avevamo il laboratorio pieno di tessuti e abbiamo iniziato a produrre mascherine da donare agli operatori di pubblica utilità. Abbiamo iniziato una produzione esclusivamente per donazione e l’attenzione è stata talmente forte, hanno iniziato a taggarci i vari operatori sociali e laboratori e abbiamo poi deciso di metterle in produzione e di venderle anche al pubblico e nostri clienti. Continuiamo a donarle anche se ora il problema è risolto. Ma quando abbiamo iniziato a donarle c’erano interi reparti che erano senza mascherine per lavorare, usavano pezze di cotone ed erano più sicure le nostre inserendo TNT all’interno. Poi abbiamo dovuto fare anche noi una cernita, all’ufficio postale abbiamo detto no. Avevamo solo due laboratori con due persone, siamo stati aperti a Pasqua. C’era il problema della reperibilità degli elastici, per 10 giorni siamo stati con 1.000/2.000 mascherine pronte ma senza elastici e non abbiamo potuto fare forniture. Da questo è nato il business delle mascherine che sono carine, la gente le compra, piacciono molto e come tutta la storia de “Le Zirre” c’è qualcosa di amore, perché sono nate per fare del bene a qualcuno.

Mascherine fashion e per gli aperitivi con il brand made in Napoli Le Zirre [Intervista]

Il brand produce anche altri tipi di mascherine?

Sì le classiche: la Sport e la City. La Sport con l’interno in TNT, c’è anche il porta-mascherina in omaggio. La City ha una tasca superiore in cui inserire un filtro che può essere al carbonio attivo o quelli comuni che si acquistano o la semplice carta forno. Entrambe le mascherine sono in tessuto, in cotone, seta, taffettà, materiale idrorepellente per far scivolare l’acqua, sono disponibili 30-40 tipi diversi di mascherine. Forniamo anche un porta-mascherina: ogni mascherina è coordinata con una bustina nella quale può essere contenuta.

Come si può essere “fashion” queste estate con le mascherine?

Si può dare un connotato diverso, un po’ di colore al viso invece di quell’aspetto medico e chirurgico, si può intonare la mascherina all’abbigliamento, abbiamo molti capi e borse che si abbinano alle nostre mascherine. Le mascherine sostituiscono un po’ il trucco, il rossetto, è un’attenzione in più. Mi auguro che finisca presto anche se ormai la mascherina è entrata a far parte del nostro quotidiano ordinario e anche nei prossimi mesi nei locali chiusi, nei treni, negli aeroporti preferiremo tutti utilizzarla. Quindi a mio avviso, meglio una mascherina carina che dia un tono che segue la tua indole nell’essere elegante, accurata, o sportiva.

Mascherine fashion e per gli aperitivi con il brand made in Napoli Le Zirre [Intervista]

La clientela preferisce lo shop online o in store? Come vengono gestite le consegne?

Nel periodo di crisi del Covid-19, lo shop online ha avuto numeri molto forti, è schizzato, aiutato dalla comunicazione. Il cliente tipo però preferisce la vendita in negozio perché vuole vedere, specialmente per  l’abbigliamento e i copri-spalla. Soprattutto per la clientela di una fascia di età tra i 40 e i 50 anni è difficile, deve poter indossare e poter vendere, ed i costi di trasporto non sono minimi ed il reso è a carico del cliente. Il problema è poter indossare, poter vedere che blocca la clientela e preferiscono il negozio. Per l’accessorio e le borse l’online funziona bene, ma localmente preferiscono sempre il negozio per poterle vedere.

Quale prodotto risulta il più venduto sulla piattaforma di e-commerce fino ad ora?

La mascherina è il prodotto top, in due mesi ha surclassato 4 anni. Hanno uno scontrino medio più basso di una borsa, e le borse non le compri a tutta la famiglia. Mentre le mascherine anche se in famiglia sono tre o quattro persone e ne possono prendere due ciascuno, l’ordine minimo è già di 8/10 mascherine.

Mascherine fashion e per gli aperitivi con il brand made in Napoli Le Zirre [Intervista]

Come il brand ha deciso di presidiare i social? Come si declina lo storytelling?

Cerchiamo di inserire sempre le attività quotidiane nella comunicazione con i nostri follower. Gli amministratori siamo tutti noi e non abbiamo una figura esterna e risentono dei nostri stati d’animo. Alterniamo le immagini ufficiali fatte dal fotografo delle collezioni con le modelle, con le nostre storie di vita comune, che indossiamo la borsa o un nostro prodotto, con un outfit particolare, un momento particolare di uno di noi. Piace tantissimo, forse proprio questo ci fa avere tantissimi follower: alternare l’ufficiale al personale.

Brand fashion made in Napoli

La vetrina di Facebook è fruttuosa? Il social e-commerce funziona? Si vende attraverso i social?

A mio avviso non si vende attraverso i social, gli ordini da Facebook e Instagram sono trasferiti al sito di cui si occupa un operatore esterno. Molto traffico al sito arriva da Google che ci aiuta molto sul fronte nazionale, molto utile soprattutto nel periodo Covid-19, mentre Facebook ed Instagram più utili per noi sul locale e sui negozi.

 

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