Mindset da freelance digitali: l’intervista alla mentore gentile Barbara Reverberi

Mindset da freelance digitali: l’intervista alla mentore gentile Barbara Reverberi

Quest’oggi ospite della rubrica del blog GioDiT#InTalk: Arti e Mestieri nell’era del web… è una cara collega che col suo sorriso illumina e guida tanti freelence, come il faro del suo logo, e che mi insegna sempre tanto, in uno scambio reciproco e proficuo sui social. È una giornalista con un’esperienza come addetta stampa in ambito culturale e sociale, mentore gentile del mondo dei freelance, life e business coach, una bravissima podcaster che con la sua voce soave e suadente, ti rilassa e ti fa sentire in armonia col mondo, ti motiva, ispira il cambiamento e potenzia il mindset da freelance, tanto da essere LinkedIn Top Voice 2022: Barbara Reverberi che ha fatto della gentilezza il suo must, nella vita, nel lavoro, nel suo approccio con gli altri e con il mondo.

Da lavoro dipendente a freelance, Barbara Reverberi ha fondato nel settembre 2017 Freelance Network, un gruppo cospicuo di professionisti della comunicazione e del digitale per collaborare e condividere.

Questo è un viaggio unico per conoscere Barbara Reveberi e per conoscersi, per scendere nei meandri del proprio “io”, per ascoltare le proprie emozioni, per indagare le proprie credenze e pensieri, che a volte possono essere limitanti, per migliorare così il proprio dialogo interiore, per saper gestire il proprio tempo, per sviluppare la propria consapevolezza, per capire la propria vocazione, i propri talenti e quando è il momento di prendere le matite colorate per ridisegnare la propria vita ed abbracciare il cambiamento.

Qual è la tua formazione e cosa ti ha spinto a lasciare un contratto a tempo indeterminato per scegliere la libera professione e la comunicazione?

Sono laureata in Lingue Straniere con specializzazione in filologia germanica. Dopo anni di lavoro appassionato e creativo come responsabile relazioni esterne mi sono resa conto che la mia crescita si era interrotta all’interno della Fondazione e ho messo in gioco le mie risorse. Questo mi ha permesso di fare una bellissima esperienza con la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano e poi di volare, quando ho cominciato a sentirmi stretta e il mio contratto non è stato rinnovato. All’inizio è stato tutt’altro che facile essere freelance. Nessuno mi poteva aiutare in casa e ho imparato sul campo, sbagliando.

Come nasce il format News per Freelance? E perché hai scelto come forma comunicativa proprio il podcast?

News per Freelance nasce dal desiderio di esprimermi. Di donare quella competenza che avevo maturato con impegno e determinazione sul campo. Volevo mettere ordine e poter aiutare altri freelance. Molti di loro ancora oggi mi sono grati e mi ricordano quanto ho fatto per loro. È una sensazione bellissima. Il podcast era agli inizi in Italia. Era il 2018. Ho fatto due corsi e mi sono letteralmente buttata. Ed è stato emozionante arrivare in punta di piedi a casa di molte persone. Il podcast permette davvero di creare una relazione. E molte persone mi dicono ancora che la mia voce ha un effetto calmante.

Sei tra i soci fondatori della community di professionisti per la comunicazione, Freelance Network Italia, quali obiettivi vi prefiggete e nel concreto come vi organizzate e cosa offrite ai freelance?

Gli obiettivi erano fin dalle origini: sentirsi meno soli, condividere le conoscenze e unire le forze per presentarci ai clienti più strutturati. Ancora oggi ci aiutiamo dandoci risposte in un gruppo Telegram riservato e facendo formazione per rimanere sempre aggiornati.

Come si diventa freelance? Quali skill si devono possedere? Ci vuole coraggio per essere freelance, soprattutto per affrontare i momenti meno prosperi?

Oggi, Giò, ci vuole sempre coraggio. Il mondo del lavoro è cambiato ed è solo quando hai coraggio che riesci a capire cosa ti muove e dove vuoi arrivare. Lo chiamano “purpose”, io preferisco ikigai, ma è ciò che ti dà la forza anche quando senti meno energia. Come skill ti direi sicuramente quelle digitali e una tua competenza cardine nella quale continui a formarti per continuare a crescere e distinguerti. Poi ci sono quelle trasversali, le soft skills, che non possono mancare: comunicazione gentile, organizzazione del tempo, problem solving, relazione e mindset dinamico.

Il tuo libro “Freelance digitali” è una guida per essere imprenditori di se stessi per trovare un equilibrio tra libertà e reperibilità, riuscendo a organizzare e gestire il proprio tempo. È davvero possibile per un freelance, soprattutto del mondo digital, distinguere nettamente tempo di lavoro e vita privata?

Dipende da noi Giò. Da come sentiamo il lavoro. Amo il mio lavoro oggi. L’ho creato dal nulla diventando coach e mentore dopo una carriera come giornalista e comunicatrice negli uffici stampa. Diciamo che ho messo insieme tutte le mie competenze, le ho integrate e fatte maturare al sole. Oggi amo così tanto il mio lavoro che non sento dicotomie. Scelgo a cosa dedicare il mio #tempogentile perché voglio stare bene e far sentire bene le persone che amo e che incontro.

Hai abbracciato il giornalismo costruttivo e fai parte del Constructive Network: etica e deontologia sono ancora rispettate nelle professioni della comunicazione?

Bellissima domanda, Giovanna. Grazie. Etica e deontologia sono le fondamenta della professione giornalistica solo che oggi, soprattutto nel web, si tende a soggiacere alle logiche dei numeri per sopravvivere. Credo che invece sia più che mai necessario creare relazioni autentiche e di valore anche con i propri lettori.

Sei una coach, un mentore: come si affrontano la sindrome dell’impostore, la paura del cambiamento, il sapersi reinventare e “l’arte di far succedere le cose”?

Per fare sintesi ti rispondo con una parola: mindset.

Per affrontare la sindrome dell’impostore occorre rendersi conto del proprio dialogo interno e cambiare le parole con cui ci rivolgiamo prima di tutto a noi stessi.

Ugualmente per superare la paura del cambiamento, è controintuitivo, ma occorre lasciare andare. Smettere di opporre con forza resistenza e accogliere questa emozione. Un’emozione primaria che ha la sua importanza e funzione: ci ha conservato in vita fin qui. E a maggior ragione per sapersi reinventare è necessario abbandonare l’idea che non possiamo più farlo, che siamo troppo vecchi o stanchi o che siamo fatti così. Per far succedere le cose bisogna ritrovare fiducia in noi stessi, avere un piano e agire.

Il percorso che hai ideato “Credere per agire” aiuta a credere maggiormente in se stessi. Come nasce questo progetto e quanto è importante per i liberi professionisti, essere pienamente consapevoli di sé?

Inizio dal fondo. Per noi freelance essere consapevoli di noi stessi fa la differenza. Per darci il giusto valore, per sostenere i nostri progetti e le nostre ragioni di fronte a un cliente e rimanere nel mercato. “Credere per agire” nasce dai miei sbagli. Nasce dalle mie paure. Nasce dal mio stesso percorso per imparare a credere nelle mie risorse, tanto da riuscire a metterle in campo al momento opportuno per progredire nella vita come nella carriera.

Negli ultimi anni hai introdotto la figura del “mentore gentile”, come nasce questa nuova “filosofia” e in cosa consiste?

Bella l’idea che sia una filosofia. In effetti, Giovanna, si avvicina molto alla mia idea di stile di vita. Un po’ come nella filosofia taoista, ho coltivato la spinta gentile perché mi sento parte di un Tutto più grande. Rispetto me stessa, i miei tempi. E così rispetto gli altri e il loro naturale fluire. Siamo tutti connessi, davvero. Vale la pena pensare che ciò che mettiamo in circolo prima o poi tornerà a noi. Allora meglio essere gentili. Che ne dici?

Il tuo ultimo libro “C’è tutto il tempo, quando sei gentile – Come trasformare la tua Vita abbracciando il tuo Tempo Interiore” si focalizza sul “Tempo felice”, di cosa si tratta?

Il centro è la scoperta dell’importanza di un tempo gentile per integrare quello che corre veloce fuori di noi e quello che deraglia dentro di noi se non ci prendiamo qualche pausa. Questo tempo mi ha fatto riflettere sull’importanza dell’energia. Sapere cosa ci dà energia e cosa ce la toglie ci permette di rispettarci e di trovare le soluzioni migliori per noi e per gli altri.

Come si ricercano nuovi clienti? Hai qualche consiglio utile?

Oggi i social non sono sufficienti. Per cercare nuovi clienti bisogna creare relazioni autentiche e sane. Collaborare con altri professionisti, partecipare a incontri e lavorare bene, dando sempre il massimo. Saranno i nostri clienti più soddisfatti a portarci nuovi clienti.

Crescita personale, personal branding e network come si distribuiscono nella vita di imprenditori e freelance?

Al primo posto metterei la crescita personale. Ho imparato, Giovanna, che la realtà attorno a noi è il frutto del nostro mondo interno quando ha raggiunto un equilibrio, quando trova il suo perché e la strada da percorrere. Il personal branding è una conseguenza. Puoi comunicare bene quando impari a conoscerti e hai trovato il tuo messaggio vero, in linea con i tuoi valori. Il network è il frutto di tutto questo.

barbara reverberi vita da freelance

Cosa ti aspetti dal 2024? Come lo definiresti con un aggettivo? Nuovi progetti ed idee all’orizzonte?

Dal 2024 mi aspetto il salto. Oso! Ho lavorato tanto in questi anni. Ho donato tanto e, anche se non mi aspetto nulla, voglio impegnarmi per aggiungere un nuovo tassello. Mi ero proposta di fare la facilitatrice e la formatrice e sono entrata allo IED – Istituto Europeo del Design e all’Umanitaria. Prossima fermata: portare la gentilezza in azienda. Non da sola, insieme ad altre coach.

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