Quest’oggi per la rubrica del blog GioDiT, #InTalk: Arti e Mestieri nell’era del web… ci tuffiamo nel mondo dei pelosi morbidosi e teneri a prova di coccole ma che sanno essere anche graffianti e capricciosi. Da sempre fanno incetta di cuoricini sui social, ma molti sono divenuti delle vere e proprie star, dei testimonial d’eccezione con milioni di follower, alimentando il fenomeno dei Pet Influencer, spesso associati al mondo del travel e alle recensioni, che ottengono anche guadagni attraverso il merchandising e il product placement.
Abbiamo come ospite un’amante degli animali, appassionata di natura, tanto da divenire medico veterinario ma poi le circostanze della vita la inducono a cambiare rotta e a dedicarsi al marketing veterinario e alla comunicazione social, restando però sempre fedele al suo amore incondizionato per i quattro zampe: Silvia Bonasegale Camnasio.
Silvia la conosco da anni, le nostre strade si sono incrociate sul terreno dei byte per percorrere insieme le strade del marketing e ritrovarci nell’arena social, e live su YouTube per discutere del mondo della comunicazione e del marketing pet e vet.
Ma ora lasciamo che Silvia ci racconti delle sue passioni, dei suoi lavori tra passato e presente, e delle giuste strategie per presentare e “saper vendere” i servizi medico-veterinari, ma che sono in realtà applicabili ad ogni settore.

Qual è la tua formazione e cosa ti ha spinto ad intraprendere il mondo della comunicazione digital e social ed aprire un tuo blog?
Sono un Medico Veterinario che si è nel tempo formato nel marketing.
Dopo aver abbandonato la professione per aiutare l’azienda di famiglia a ingrandirsi, in ambito totalmente diverso, ho creato strategie di marketing online per loro.
Erano anni in cui il web stava nascendo ed era pionieristico ancora parlare di blogging e social network.
Il primo blog nasce nel 2010. Da questa esperienza e, dopo varie vicissitudini, decido di mettere a disposizione dei colleghi le mie competenze di marketing e comunicazione social.
Oggi sono Docente per Business For Vet e consulente di marketing per diverse realtà nel mondo della medicina veterinaria mondo pet.

Sei un multipotenziale: medico veterinario, social media manager, content creator, consulente per veterinari e mondo pet, ma cosa prediligi? Quale campo ti dà maggiori soddisfazioni?
Nel tempo si cambia. Se prima la mia passione era (e rimane) la scrittura efficace, persuasiva, ho fatto anche diversi studi di neuromarketing, oggi prediligo l’ambito strategico.
Ecco perché mi sto dedicando molto a creare piani di marketing strategici per raggiungere (e spesso cercare di individuare) obiettivi specifici di crescita.
E qual è il tuo animale preferito?
Posso rispondere mio marito? (se mi legge si arrabbia… ma scherzo ovviamente).
Sono nata e cresciuta con almeno un cane alle calcagna e non ho mai vissuto senza.
Ma la mia vera passione rimangono i cavalli, animali straordinari.
Però, li apprezzo tutti: ultimamente sto scoprendo la grande intelligenza dei pesci rossi e delle galline di mio padre…

Hai anche un canale YouTube, come nasce il format per le interviste in streaming sul marketing, la comunicazione e il management veterinario?
Il video è lo strumento di comunicazione più efficace in assoluto. È diretto, spontaneo, a tratti, divertente.
Avevo iniziato a fare interviste per dei clienti e ho trasferito il format delle pillole per veterinari anche per la mia comunicazione.
Purtroppo non più il tempo per dedicarmi ancora a queste attività, ma è stato molto bello e mi ha dato grandi soddisfazioni.
Come si costruisce una strategia di marketing di successo per un Medico Veterinario?
Prima di tutto bisogna comprendere che il medico deve iniziare ad avere una mentalità da imprenditore.
Io uso molto il Value Proposition Canva, uno strumento che obbliga il medico a comprendere quali sono i suoi servizi e come possono intercettare i bisogni, le paure e i desiderata del suo cliente.
Come implementare servizi e, magari, adeguarli alle richieste.
Da qui si parte e si cerca di intraprendere quel percorso (spesso ricco di ostacoli) che il vet deve fare.
Infine, oggi più che mai, è importante capire che non basta avere un sito (e che deve esserci, perché è l’unico spazio che non può esserti tolto).
Questo deve essere raggiungibile, navigabile, utile, chiaro, con una UX diretta ed efficace.
E questo lo si ottiene con degli investimenti che devono essere considerati tali (non spendo, ma investo per ottenere) quindi bisogna misurare i risultati, cosa che fanno ancora in pochi purtroppo.
Le strategie sono tante e divergono a seconda degli obiettivi.

Qual è il segreto per promuovere online ed offline cliniche e strutture veterinarie in modo vincente?
Il segreto è esserci, metterci la faccia sempre.
Conoscere le proprie unicità e fare un piano di marketing che comprenda voci fondamentali come: budget e delega, magari anche delega interna, ma è importante capire che non si può fare tutto da soli e che ci deve essere una (o più di una) risorsa dedicata.
Inoltre, è bene capire che il mondo è già cambiato e le nuove generazioni sono già nostri clienti.
Dobbiamo essere in grado di soddisfare le loro esigenze e abitudini.

Le recensioni per i servizi veterinari quanta importanza hanno ai fini dell’indicizzazione SEO e come richiederle?
Oggi sono fondamentali.
Non solo per la Seo, ma perché fanno parte di una strategia che attua il futuro cliente, che prima di pensare di andare in una struttura, va a leggere le recensioni.
Quindi se per la Seo devono essere tante, potenzialmente decine al giorno, per l’utente devono essere positive e con risposte esaustive.
Ancora una volta è il medico che deve chiederla, mettendoci la faccia e capendo che, di fronte a un cliente che “non sa come ringraziarlo”…. risponde che può farlo mettendogli il Qr code della recensione di fronte e scrivendo cosa ne pensa del suo servizio.
Ovviamente, andrebbe anche strutturato un percorso di richiesta automatico a tutti, a prescindere dall’esperienza.
Questo aiuterebbe molto ad aumentare la quantità di recensioni.
I contest online possono essere utili per innescare lead generation ed engagement, nel mondo pet come funzionano? Le imprese del settore tendono ad utilizzarli?
Si utilizzano molto, intendendo, per contest, dei webinar informativi.
Io li organizzo regolarmente e hanno sempre un ottimo riscontro, non tanto in termini di partecipanti, quello dipende da come e quanto investi nella sponsorizzazione dell’evento, la portata organica dei social è ormai molto risicata, ma in termini di visibilità e richieste di informazioni maggiori dopo.
YouTube è sempre un motore di ricerca molto attivo e se si rieditano le dirette dopo, si possono ottenere ottimi risultati.
Inoltre, possono essere riusati come contenuti per altri social (Tik Tok, Instagram, Short ecc.)
I gruppi Facebook sono utili per le nicchie di mercato e per la comunicazione del mondo pet e vet?
Io ne gestisco uno da circa 5 anni. Sono proprietari di cani che chiedono assistenza. È un secondo lavoro ma è fondamentale.
È lo strumento di promozione più efficace in assoluto, ma deve essere gestito in modo molto rigoroso, altrimenti diventa il solito gruppo dove tutti dicono tutto e non serve a nulla.
Video, Reels e TikTok possono essere impattanti in una comunicazione del mondo pet per coinvolgere anche le nuove generazioni?
Certamente. Oggi non c’è strategia senza video. Di tutti i generi e soprattutto divertenti e informativi.
Le nuove generazioni guardano praticamente solo quelli.
Cosa ne pensi del fenomeno dei PetInfluencer come Liam The EverydayCat che ha 47.2 k follower su Instagram e Doug the Pug con 6.1 milioni di seguaci su TikTok?
Penso che siano figli dei social e, come tutti gli influencer, fanno il loro mestiere.
Purtroppo, in Italia, i veterinari hanno scarsa tendenza a utilizzarli e, a volte, non è neanche così semplice stabilire dei contratti con obiettivi smart.
Ma a mio avviso potrebbero essere un ottimo strumento di comunicazione.

E l’ultimissima moda sono i PetTravelling Influencer come Mr. Pokee il riccio con 1.6 milioni di follower e @henrythecoloradodog, un cane ed un gatto salvati dalla strada e @missdarcysadventures, una interior designer con la sua cagnolina molto famosa nel regno Unito. Cosa ne pensi? Passione per gli animali, genialata, testimonial per pubblicità o strumentalizzazione?
A mio avviso sono, anche questi, figli dei tempi. Ognuno trova il suo modo di comunicare e lavorare.
Sono persone che hanno trovato il loro modo di essere efficaci, spontanei, utili. Hanno sfruttato una passione e resa un mestiere. Non direi strumentalizzare, no.
Hanno avuto l’intelligenza di fare bene queste attività.
Dietro a mio avviso, però, c’è sempre una buona pianificazione e una strategia che, dopo i primi tempi di “prove” si applica a tutti questi grandi influencer: non si diventa grandi per caso, ma con un piano ben preciso di solito.
È giusto così.
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