Start up: definizioni, finanziamenti, fasi di vita [Infografica]

Start up: definizioni, finanziamenti, fasi di vita [Infografica]

Si sente un gran parlare di start up su giornali, in rete, sui social, soprattutto ora che latitano posti di lavoro e sempre più giovani e meno giovani si lanciano in quest’avventura e decidono di crearselo un lavoro divenendo imprenditori di se stessi, puntando sulle start up anche perché consentono di avere tante semplificazioni amministrative, sgravi fiscali e possibilità di internazionalizzazione, attraverso dei servizi di assistenza forniti dall’Agenzia Ice. Dal 15 gennaio, inoltre gli aspiranti imprenditori under 35 del Mezzogiorno, possono far domanda per ottenere fino a 200 milioni grazie all’iniziativa “Resto al Sud”, promossa dal Ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno e gestita da Invitalia.

Ma di cosa si tratta esattamente quando si parla di start up?

L’ecosistema delle start up è molto nebuloso, sin dalla grafia del termine c’è molta confusione. Vedremo l’origine etimologica e grammaticale, cos’è una start up e quali sono le sue fasi di vita con tanto di infografica riassuntiva. Brevemente vedremo anche quante start up innovative si sono costituite per via telematica nello scorso anno e la Regione che ha maggiormente adottato questa modalità.

L’origine etimologica e le diverse e corrette grafie di start up

Start up o start-up o startup sono tutte modalità valide e presenti nei dizionari. L’impiego della terza modalità è molto in crescita, ma il termine è di origine inglese in uso dal Cinquecento, che come verbo (start up) pone l’accento sull’“avviare, mettere in moto, far partire, cominciare” qualcosa in campo imprenditoriale ed economico, il nome (startup) significa “attivazione, nuova impresa” mentre l’aggettivo (start-up) sta ad indicare “di nuova costituzione”.

Cos’è una start up?

La start up indica l’avvio di una nuova azienda che nei suoi primi anni di vita può essere chiamata tale. Ma le vere start up di cui in questi anni c’è stato un vero boom, per non parlare di vera e propria moda, si riferiscono ad attività imprenditoriali innovative con soluzioni ad alto valore tecnologico, tante gravitano nell’orbita del digitale e della Rete ed altre sono a vocazione sociale, e sono soprattutto caratterizzate dalla capacità di crescere rapidamente, attraendo così investitori in cambio di equity, e di scalare velocemente.

Anche per creare una start up occorre tanta passione e sacrificio, non è un hobby, si lavora fino a tardi, diviene quasi un’ossessione, un’ostinazione, uno scopo della vita e anche sotto la doccia o in un attimo di tregua si cerca di trovare la quadra della situazione, dell’idea o del problema che si ci presenta man mano, si tende a rischiare il tutto per tutto, ed inseguendo un sogno si può anche cadere nella trappola del successo. Come accade nel film di Alessandro D’Alatri “The Startup”, che narra la storia di Matteo Achilli, fondatore di Egomnia, un sito che aiuta i giovani a trovare lavoro attribuendo attraverso un algoritmo, un punteggio ai candidati in base al background.

Start up: definizioni, finanziamenti, fasi di vita [Infografica]

Ma una start up non nasce di punto in bianco bensì attraverso una sana ricerca e pianificazione, e a monte deve esserci un’idea. L’idea deve essere brillante e soprattutto deve andare ad intercettare e a risolvere, o quanto meno migliorare, uno specifico problema e rispondere a un reale bisogno delle persone. Ma non basta neanche la bontà dell’idea in quanto va valutata, andando a studiare da un lato il mercato di riferimento e dei competitors e dall’altro studiare la scalabilità del prodotto che si è pensato e che si vuole introdurre sul mercato. Si deve procedere alla creazione di un piano di business, stabilendo le risorse economiche da impiegate, un piano di marketing e comunicazione. Una volta che si è appurato che il mercato è interessato al progetto (“customer validation”), si può costituire una start up.

Dal 20 luglio 2016 è possibile fondare una start up innovativa anche senza notaio, in modo telematico. Secondo il rapporto trimestrale pubblicato dal MISE, in collaborazione con Unioncamere e InfoCamere, fino al 31 dicembre 2017 sono state costituite 1.117 startup innovative attraverso la nuova modalità digitale e gratuita con un tasso di utilizzo pari al 39,6%. La regione con più start up costituite online (275) risulta essere la Lombardia.

Start up: i finanziamenti

Anche trovare finanziamenti è importante, non basta chiedere il prestito alla banca attraverso il Fondo Centrale di Garanzia, ma si può attingere anche da sostenitori esterni alla start up tipo amici, familiari, colleghi.

Si può far ricorso al crowdfunding, disciplinato per le start up da Consob, che permette di raccogliere risorse economiche dai portali online, ed ancora ci sono i Business Angels che sono privati, spesso ex manager o imprenditori capaci di apportare non solo capitali ma anche competenze, ed i Venture Capitalists, società strutturate che offrono investimenti a rischio per la crescita del progetto ma entrano poi nelle quote societarie.

I Premi possono essere importanti anche perché accrescono la visibilità e fanno da cassa di risonanza per i media e per i social. Anche incubatori e programmi di accelerazione possono contribuire nelle prime fasi di una start up a supportare l’elaborazione di business model, l’accrescimento di competenze, offrire spazi di lavoro, aiutandole a costituire il team e consolidare la rete dei partner.

Le fasi di vita di una start up: infografica

Start up: definizioni, finanziamenti, fasi di vita [Infografica]

#1. Business Idea

È la fase in cui occorre studiare, formarsi per avere una visione chiara del settore di riferimento e iniziare ad individuare il team di founders con competenze complementari, coinvolgendo persone preparate e motivate con un consolidato rapporto fatto di coesione e esperienze condivise.

#2. Bootstrapping

Il bootstrap è la fase iniziale di vita di una start up durante la quale l’idea si trasforma in un progetto organizzato. È la fase esecutiva, si deve elaborare il Business Model Canvas per schematizzare tutti gli elementi della start up su cui occorre ragionare e prendere decisioni: quali sono le attività chiave, quale valore si vuole generare (value proposition), chi sono i partner, quali risorse si devono impiegare, quali sono i clienti e come raggiungerli. Si deve inoltre strutturare il business plan e stabilire quali sono i costi, da dove arrivano i ricavi e le tempistiche. Si deve inoltre realizzare il prodotto che si vuole offrire.

A supportare questa fase ci sono gli incubatori (aziende che offrono spazi e servizi come uffici per lavorare, attività di marketing e visibilità, corsi di formazione), acceleratori (strutture private o universitarie che offrono servizi di mentorship aiutando la start up a validare il Business Model, prototipare il servizio o prodotto, consolidare le relazioni con partner utili),  e FFF (family, friend, fool) che offrono i primissimi finanziamenti per l’avvio dell’attività imprenditoriale.

#3. Seed stage

Per stage si intende lo stadio di sviluppo di una start up, e questo è il momento della “semina” (seed), non è ancora partita, ma il prodotto inizia ad avere la prima forma definitiva e bisogna aggredire il mercato ed ottenere visibilità per aumentare la consapevolezza della nicchia di clienti a cui mira. Occorre quindi puntare alla pubblicità e al social media marketing, a presenziare agli eventi e alle fiere.

Il partner ideale in questa fase di seed stage in cui si testa la “traction”, ovvero la prova quantitativa che richiedono il prodotto o il servizio, sono i Business Angels.

#4. Early stage

Questa è la fase matura della vita di una start up che ormai è ben avviata, il team e il prodotto sono strutturati, i ricavi possono sostenerla e cresce e scala rapidamente il mercato.

Nell’early stage si può far affidamento sul venture capital.

 #5. Exit

Più la start up cresce ed aumenta il suo valore, più diviene redditizio l’exit: la strategia d’uscita degli investitori che vendono le proprie quote sul mercato azionario con la conseguente quotazione in Borsa. Ma si possono cedere le quote anche ad un’azienda più grande con cui di solito collabora dal punto di vista organizzativo e industriale, o ad un grande imprenditore o gruppo industriale.

 

 

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4 pensieri riguardo “Start up: definizioni, finanziamenti, fasi di vita [Infografica]

  1. Grazie Giovanna, quest’articolo è davvero interessante e scritto in maniera chiarissima. Me lo salvo per rileggerlo ancora.
    Ho trovato illuminante scoprire che esistano i Business Angels (intanto il nome è meraviglioso). Sapevo dell’esistenza di questi investitori ma non avevo idea che venissero chiamati così e che magari si potessero trovare e non fossero loro a trovare ciò che più gli interessa.

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