E-commerce si, e-commerce no? Direct e-commerce o wholesale, ovvero la vendita di prodotti attraverso marketplace? Non serve sfogliare le felci o i petali della margherita o lanciare in aria la moneta, basta arrivare fin in fondo all’articolo. Con dati alla mano vedremo quanto Amazon ed eBay fanno bene alle pmi italiane, con alcune case histories, e l’ultima rilevazione dell’Istat e la ricerca di Imrg e Capgemini sul commercio elettronico.
Il Marketplace di Amazon e le piccole e medie aziende italiane
Amazon fu lanciato da Jeff Bezos nel 1994, come nelle migliori e ricche storie, dal garage della sua casa in affitto a Seattle, per vendere libri per poi divenire il colosso dell’e-commerce conosciuto su tutto il pianeta. Ora punta anche ad offrire un conto corrente ai suoi clienti, in particolare ai Millenials, insieme a Jp Morgan Chase e Capital One Financial, per ridurre le commissioni e raccogliere ulteriori dati sui consumatori.
Secondo Forbes infatti, Bezos, il re dell’e-commerce è l’uomo più ricco del mondo, surclassando anche il fondatore di Microsoft, Bill Gates. Il podio giunge per la prima volta per i maggiori e sempre più proficui guadagni negli ultimi dodici mesi.
Il segreto del Ceo di Amazon è continuare ad avere una mentalità e degli atteggiamenti da start up nonostante i successi e la crescita costante, come rivela nella lettera agli azionisti del 12 aprile scorso. Il cliente non è solo il fulcro del business ma deve essere una vera e propria ossessione e aumentarne la soddisfazione. La passione per l’innovazione, l’impegno per un’eccellenza operativa, la visione a lungo termine sono altri pilastri portanti della filosofia di Amazon. Inoltre, c’è la convinzione che la customer esperience deve andare oltre i freddi sondaggi e deve essere usato il cuore, l’intuito, la curiosità, così come si dovrebbe conservare la capacità di prendere decisioni di qualità ed in velocità come agli albori, quando si era una start up e non una possente organizzazione.
Le oltre 10.000 aziende italiane che vendono su Amazon Marketplace hanno raggiunto la cifra record nelle vendite all’estero di oltre 350 milioni di euro nel 2017 attraverso undici siti web di Amazon in sette lingue diverse.
Inoltre più di un terzo esportano i loro prodotti nei Paesi europei ed alcune anche in tutto il mondo come Nord America, Giappone, Cina ed India.
Amazon Marketplace permette alle pmi made in Italy di raggiungere nuovi segmenti di mercato e quindi nuove ed ampie fette di potenziali clienti e di usufruire della spedizione a livello mondiale, della logistica, della traduzione di schede prodotto e la gestione del customer service nella lingua locale.
Vendere su Amazon crea posti di lavoro: la ricerca di Keystone Strategy
Amazon permette anche di incrementare i posti di lavoro. Infatti, secondo la ricerca della società di consulenza economica Keystone Strategy, grazie alle vendite online attraverso Amazon Marketplace sono stati generati ben più di 10.000 nuovi posti di lavoro in Italia di cui 3.000 nel nord-ovest, 1.000 nel nord-est, 2.000 nel centro, nel sud ed isole invece 3.900.
Shopty.com di Ponzano Veneto ad esempio è il punto di riferimento online per il cucito, proponendo macchine da cucine, ricamatrici, merceria, taglia e cuci, ed oltre metà del fatturato è generato all’estero. L’azienda di Ada Fiore, Mobili Rebecca, nata nel 2015 a Potenza Picena, che è costituita da tredici persone under 35, vende online arredamenti di design, tagliando i costi intermedi e raggiungendo i Paesi esteri grazie Amazon, ottenendo le migliori performance in Francia e Spagna, seguiti da Germania e Gran Bretagna.
Inoltre, Amazon ha investito in Italia 800 milioni di euro dal 2010 e 32.000 le piccole medie imprese che hanno scelto la propria attività non solo con Amazon Marketplace, ma anche Amazon Web Services e Kindle Direct Publishing. Torino è il centro di sviluppo, a Castel San Giovanni, Vercelli e Passo Corese sono dislocati invece i centri di distribuzione, a Cagliari è presente un centro di servizi clienti ed otto sono i depositi di smistamento (Avigliana, Milano, Origgio, Pomezia, Fiano Romano, Padova, Firenze e Bologna).
eBay e l’export digitale per le pmi italiane
eBay, sito di vendita ed aste online fondato nel 1995 da Pierre Omidyar e arrivato in Italia nel 2001, in seguito alla fusione con l’Istituto di credito PayPal, ha presentato il 13 marzo il primo Barometro Export.
In cinque anni, nel periodo 2013-2017, si registra un boom delle esportazioni per le pmi italiane attraverso la piattaforma di e-commerce, pari al 52%, con un volume di crescita del 48%. Nel periodo di riferimento sono stati ben 13 milioni i prodotti esportati. Il primo Paese europeo di destinazione dei prodotti acquistati online è la Germania (40%), seguono Francia (38%), Spagna (33%). Un aumento significativo riguarda invece il Regno Unito, che nel 2017 ha visto crescere i volumi di export del 92% rispetto al 2013.
Le categorie merceologiche che trainano le esportazioni sono i ricambi auto e moto, casa e bricolage, tecnologia, abbigliamento e accessori.
In questi cinque anni tra i prodotti più venduti ci sono le sneakers nel 2013, le capsule del caffè nel 2014, le console per i videogiochi nel 2015, e negli anni successivi le pistole spara vernice per auto e gli smartphone.
La regione che guida l’export nel 2017 è la Campania (2,4 milioni di articoli venduti), seguita da Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Puglia (new entry nella classifica), registrando un +54,7%.
D’Arienzo Collezioni, azienda a tenuta familiare di Solofra, è sbarcata online su eBay nel 2014 portando la tradizione conciaria dell’Irpinia e l’alta qualità dei prodotti artigianali di abbigliamento in pelle online, ottenendo successo ed esportando in Europa, Cina, USA, Russia, Colombia. L’export rappresenta il 50% del loro fatturato.
L’Istat & la ricerca di Imrg e Capgemini sul commercio elettronico
Secondo l’Istat, a gennaio 2018, rispetto all’anno precedente, si è verificata la diminuzione del valore delle vendite al dettaglio pari all’1,2% sia per la grande distribuzione sia per i piccoli negozi, mentre il commercio elettronico registra un incremento del 2,4%.
E secondo una ricerca condotta da Imrg e Capgemini, sono cresciute del 35% le vendite e-commerce, soprattutto per i brand di lusso. Inoltre nel 2015 ci sono stati brand che hanno aumentato il proprio direct e-commerce del 149%. Mentre per l’anno 2017 la vendita tramite i marketplace, ha registrato un incremento del 34%.
Conclusioni
Le piccole e medie aziende italiane per aumentare i propri segmenti di mercati, raggiungere nuovi clienti e promuovere l’internazionalizzazione, possono puntare sempre più al direct e-commerce e personalizzare le proprie scelte utilizzando piattaforme proprietarie o piattaforme come Magento, WordPress coi plugin WooCommerce, WP e-Commerce, PrestaShop, OpenCart, oppure optare per il wholesale, ovvero la vendita di prodotti attraverso marketplace, ma il loro successo dipende anche dall’uso di Facebook come sostiene l’indagine di Facebook, Ocse e Banca Mondiale.
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