Quale ragazza non sogna fin da bambina il giorno del suo matrimonio, per le più romantiche la fantasia galoppa e si programma tutto nei minimi dettagli che poi possono rivelarsi sbagliati e scontrarsi con la realtà. Invece io che sono una “terribile” sognatrice, ma anche piuttosto concreta, da piccola più che sognare il mio “grande giorno” (meglio non crearsi aspettative, già ne ero conscia da pequeña) creavo vestiti da spose e altri modelli, alle mie Barbie, facendo man bassa tra le bomboniere, di tulle, fazzolettini, e qualsiasi materiare che potevo “far rinascere”, anche perché quelli che avevo erano pochissimi e organizzavo sfilate di moda o matrimoni, creavo “storie” già da allora. Sarà questo particolare che giace nel mio passato da giochi di bambina che ha creato “un’affinità elettiva” con Elena Barba, conosciuta grazie ai social media e al gruppo #SocialGirls, proprietaria di un Atelier a Napoli, con cui c’è grande stima e sintonia. Ed Elena col suo Ateleba sposa è la vera protagonista di quest’oggi.
La storia del sogno di Elena di Ateleba sposa
Questa è la storia di un sogno che si realizza con passione, sacrifici e dedizione e si materializza intessendo tessuti su tessuti, fili di perle, disegnando modelli di abiti da sposa, studiando di notte e cucendo di giorno e viceversa.
Elena-bambina inizia da subito a mostrare la passione per vestire le donne, inizia per “gioco”, rifacendo il guardaroba alle bambole, ma già a 14 anni inizia a “far sul serio” iscrivendosi ad un corso di taglio e cucito la cui insegnante era una ex direttrice della Marzotto. Fino al passo decisivo che dà un’impronta in più al suo sogno: l’acquisto di una macchina per cucire portatile che costava poco ma che per lei valeva tanto, ancor di più perché la pagava a rate con i soldi della paghetta. Cuciva e tagliava, sperimentava ed apprendeva, lo faceva per chiunque volesse, perché per lei voleva dire in realtà intagliare passione e imbastire un sogno.
Ma i suoi genitori erano contrari, volevano che studiasse, così Elena-ragazza si iscrive e dà esami all’università, ma nel frattempo, di nascosto, continua a studiare prima da autodidatta, poi nei laboratori sartoriali napoletani, successivamente lavora per conto di terzi. Contemporaneamente disegnava figurini di abiti da sposa, girava e li vendeva alle case sartoriali di Napoli e Roma. Ma lì avvenne la svolta.
Era ora che il sogno iniziasse a prendere forma sul serio ed Elena-donna affittò un negozietto in provincia, comprò pochi metri di tessuto, alcuni fili di perle, prese la macchina da cucire che aveva acquistato coi suoi risparmi e fece l’inaugurazione. Era il 3 marzo 1993.
Aveva solo due abiti, uno largo ed uno stretto, si chiamavano Mela e Francesca, e aveva i soldi giusto per pagare due mesi, ma Elena ci crede fino in fondo, lavora sodo e senza sosta, decisa più che mai e in un anno consegnò così tanti capi, da potersi permettere un enorme negozio con annesso laboratorio nel centro storico di Napoli.
Oggi sono 23 anni che lavora nel suo atelier Ateleba sposa con creatività, esperienza e professionalità, per una produzione sartoriale d’alta moda con i migliori tessuti italiani e francesi, che affonda le sue radici nelle antiche tradizioni artigianali napoletane.
L’abito da sposa di alta sartoria da sogno
Elena ha realizzato il suo sogno di aprire il suo atelier ed ora realizza il sogno di altre donne, disegnando e forgiando un abito non solo su misura, ma che racconti della sposa e che racchiuda anche parte della storia d’amore che si va suggellare per un modello esclusivo e raffinato che faccia battere il cuore alla sposa, ammaliare lo sposo, stregare gli invitati e permette di vivere in gioia ed armonia il giorno più bello.
Si possono ammirare oltre 200 modelli nel salone di prova dell’atelier ma il punto forte di Ateleba sposa sono le personalizzazioni. L’obiettivo principale è confezionare un abito quanto più adeguato al corpo della sposa, che vesta e meglio esalti il corpo, e si adatti allo stile del matrimonio. Si può combinare il modello a sirena che ti avvolge dolcemente segnando le tue “curve” o l’abito principesco di tulle o di organza in seta o l’abito da sposa scivolato e morbido, con scollature sulle schiena, corpetto décolleté, trasparenze sofisticate, pizzo, cucito rigorosamente a mano, con le tecniche classiche, ricami con i cristalli e i coralli sottoposti alle mani esperte e pazienti delle ricamatrici che utilizzano ancora telai in legno e piattelli di velluto.
Anche la linea fasciata di un abito può essere modificata adottando accorgimenti in base all’effetto che si vuole ottenere. Per la sposa che presenta fianchi e pancia più pronunciati si possono utilizzare le sottogonne per rimodellarli, mentre per la sposa che ha un seno piccolo, un abito da sposa stile impero, tagliato sotto al seno, ne esalta la forma, ma c’è anche un’altra soluzione: un controbustino che viene cucito dentro i corsetti può migliorarne la forma, fino ad ottenere l’effetto push-up dei reggiseni moderni.
Elena suggerisce anche gli accessori più adatti alla sposa come veli, guanti, stole, coprispalle, in base all’abito scelto. Veste anche damigelle, paggetti, e madrine.
Ateleba sposa & il digitale
Elena racconta le emozioni della prova dell’abito, della creazione di un nuovo modello, i dettagli che fanno la differenza, mostra fotografie vintage con icone del mondo dello star system, i set fotografici allestiti per lo shooting della nuova collezione 2017, spose felici nel giorno del loro matrimonio attraverso le foto che pubblica sul profilo Instragram, costantemente aggiornato, e sulla pagina Facebook che vanta oltre 9.400 like e si arricchisce anche di “note” e degli articoli scritti per il blog.
Il blog, sempre curato ed aggiornato, presente sul sito dell’atelier Ateleba sposa, fornisce preziosi consigli alle spose sul make up, sulle acconciature, su come portare con eleganza e raffinatezza l’abito, e racconta dettagliatamente, ma in modo diretto e semplice la nascita di ogni pezzo e delle nuove collezioni con tante foto e passaggio dopo passaggio dalle fase di studio alla lavorazione.
Conclusioni
La storia di Elena ci insegna che per avverare i propri sogni non occorrono bacchette magiche ma olio di gomito, caparbietà e tenacia e nel suo caso ago e filo, e che l’unicità sartoriale del suo atelier riflette l’unicità della femminilità di ogni singola donna. Occorre stare bene con se stesse, col proprio corpo, non importa che siate una 38 o una 48 o giù di lì, quello che conta è la personalità, la luce che emanate dagli occhi, è come riuscite a riempire una stanza col sorriso e la vostra disarmante simpatia e intelligenza. Inoltre, una sapiente gestione del blog dell’atelier unito ai social media legati al visual dà la giusta visibilità all’arte sartoriale e alle attività del laboratorio e dell’atelier e crea engagement.